Storie di uomini e famiglie, diversi racconti ed esperienze accomunate da un’idea simile. La Sardegna del vino è un variegato ed affascinante mosaico di terreni, microclimi e di tradizioni diverse nella produzione vitivinicola. Un modo per tramandare cultura ed esaltare un territorio, il tutto attraverso una damigiana, una botte, una bottiglia, e per poi farlo arrivare ovunque nel Mondo oppure sulla propria tavola, nella maestosa e superba semplicità della vita più saggia. Il vino diventa ambasciatore di una comunità autoctona, custode della tradizione, che si presenta incredibilmente così differente anche nella medesima zona, semplicemente in base a tecniche e amore che il coltivatore tramanda di generazione in generazione. La vendemmia si scopre un evento di condivisione umana ed una gioia antichissima, prima ancora di identificarla con un valore economico. Passando dalla Bibbia alla poesia fino ai racconti degli avi, il vino ha accompagnato l’uomo, ed in Sardegna ha trovato uno dei terreni più fertili ed interessanti del globo.
Vediamo ora le tipologie:
BOVALE SARDO
Due i tipi, il bovale Sardo e il bovale di Spagna, giunti in Sardegna nel 1300. Si trova in tutta l’isola ma ottiene la sua miglior espressione nei terreni soleggiati del Mandrolisai nel nuorese e Terralba nell’oristanese.
In uvaggio con Monica e Cannonau entra nella DOC Mandrolisai, con il bovale di Spagna della DOC Terralba.
CANNONAU
Vino rosso caratteristico della Sardegna, famoso più di ogni altro. Diffuso in tutta l’isola ma trova la sua massima espressione nelle zone interne dell’Ogliastra, nello specifico nelle tre zone di Jerzu, Oliena e Capo Ferrato. Rappresenta il 30% dei vitigni isolani. Un vino dal gusto fine e particolare che varia da zona a zona.
CAGNULARI
Localizzato nel nord ovest della provincia di Sassari, presenta affinità con il bovale sardo per cui si presume sia stato introdotto con la dominazione Spagnola. Un vino intenso e fruttato di colore rosso rubino, gusto intenso, caldo e delicatamente morbido. DOC Alghero Cagnulari.
CARIGNANO
Prodotto quasi completamente nel Sulcis, introdotto dai Fenici nell’antica Solci di S. Antioco. E’ certamente uno dei vini più importanti e prestigiosi dell’intera enologia sarda. La resistenza a terreni sabbiosi, caldi e assolati e dei venti dal mare ha permesso di svilupparne la coltivazione. Vino rosso rubino, con tannini morbidi.
GHIRO’
E’ un vitigno pregiato ideale per i vini da dessert , un concentrato di finezza ed eleganza. Giunto durante la dominazione spagnola nel Campidano di Cagliari non ha avuto una grande diffusione, essendo coltivato solo in piccole aree dell’isola. Si tratta di un vino rosso rubino, intenso dal gusto vellutato e finemente equilibrato nella sua dolcezza e suadenza. Uno dei rari vini liquorosi in Italia in grado di stare al passo dei più noti vini spagnoli, quali Porto e Madera. DOC GIRO’ di Cagliari.
MALVASIA
Vino simbolo di ospitalità, da dessert, riservato ad occasioni e persone speciali, soprattutto per il suo gusto raffinato. Il nome deriva dal porto greco di Monemvasia nel Peloponneso (1400). In Sardegna pare sia stato introdotto nel periodo Bizantino e si diffuse nel Campidano e nella Planargia. Due i vini DOC, la Malvasia di Cagliari e di Bosa, con due caratteristiche sensibilmente diverse e dovute principalmente ai luoghi di produzione ed ad alcune peculiarità. Un vino dalla tonalità giallo intensa. Due vini da gustare, consigliati anche per queste loro differenze.
MONICA
Si suppone introdotto dai monaci Camaldolesi o dagli spagnoli nel XI secolo. Vino rosso, in purezza, con profumi di mora e ciliegia, al palato si presenta caldo e piacevolmente morbido.
MOSCATO
Chiamato Vitis Apiana in quanto uva prediletta dalle api per la sua dolcezza degli acini, risale al periodo Romano. Si trova principalmente nei terreni calcarei e soleggiati del basso Campidano, della Romangia, e substrati granitici della Gallura. Il colore caldo ricorda l’oro e l’ambra. Un vino bianco dolce, morbido e avvolgente al palato. DOC Moscato di Cagliari, Sorso – Sennori, di Sardegna spumante, sottodenominazione Tempio o Gallura.
NASCO
Coltivato sull’isola da tempi immemorabili è un vitigno di grande pregio e rara finezza, principalmente prodotto nell’entroterra cagliaritano. Nome derivante da Muscus, muschio per l’inconfondibile profumo tipico del vino vecchio di qualche anno. Fu giudicato uno dei vini più prestigiosi della Sardegna. Di produzione limitata ha mantenuto una clientela di attenti estimatori. Colore di ambra e topazio. Al palato è denso, dolce e vellutato. DOC Nasco di Cagliari
NURAGUS
Il vino più coltivato con una concentrazione nella provincia di Cagliari e Oristano. Introdotto probabilmente dai Fenici fondatori della antica città di Nora. La diffusione è dovuta alla sua rusticità e adattabilità ai terreni oltre che alla generosità produttiva. DOC Nuragus dal 1975.
SEMIDANO
Vino bianco diffusissimo in antichità, ebbe una forte riduzione nell’800 a causa dell’invasione fillosserica per cui si passò a vitigni più resistenti e produttivi. Attualmente coltivato in una piccola area del Campidano in terreni argillo calcarei. Dal semidano, in purezza, si ottiene un vino di grande finezza (DOC Mogoro nel 1995).
TORBATO
Approdato con le rotte punico fenicie provenienti dal Mar Egeo. Si sviluppò nei 300 anni di permanenza dei Catalani in Sardegna. Di qui veniva anche esportato alla corte dei re aragonesi, dai quali era molto apprezzato. Attualmente prodotto esclusivamente nel territorio di Alghero. Viene vinificato in purezza o per fornire la base alla versione spumante DOC Alghero. Colore paglierino mediamente intenso, vivo e rinfrescante al gusto.
VERMENTINO
Insieme al Cannonau rappresenta una bandiera della produzione enologica regionale. Giunto in Sardegna attraverso la Corsica nel 1800 e dai terreni in disfacimento granitico della Gallura. Un vino caratteristico dal gusto nettamente diverso rispetto ad altri vini Italiani ed esteri con stessa denominazione. Attualmente DOCG Vermentino di Gallura e Vermentino di Sardegna, Alghero Vermentino frizzante. Al gusto da sensazioni di densa morbidezza e fresca acidità con finale di note minerali.
VERNACCIA
Fu introdotto nella costiera oristanese, precisamente nel Sinis, dai Fenici quando fondarono Tharros. Il nome venne attribuito ai Romani per indicare un'uva "vernacula" ovvero del luogo. Questo superbo vino ha una maturazione ossidativa di 3-4 anni in botti di rovere o castagno. Prima denominazione DOC Vernaccia di Oristano riconosciuta in Sardegna nel 1971. Un vino bianco, secco con sfumature ambrate nel colore.
Tra i vitigni e le tipologie di questi vini, come avrete potuto leggere, si celano numerose storie e suggestivi elementi fatti di storia, sapori e profumi molto personali e interpretabili dalla sensibilità di ogni persona che ne ricerchi un "accompagnamento" alle emozioni della vita e della quotidianità.