LA DISABILITA’ PORTA A VINCERE ANCHE NEL CHALLENGE, E NON SOLO!
Il Challenge è un ritrovo di amici e appassionati, di singolarità caratteriali e vite diverse che trovano, per alchimia, un loro schema di inimitabile espressione paragonabile alla perfetta imperfezione, quell’impossibile e altrettanto entusiasmante risultato ottenibile solo da un comune denominatore, la passione per le emozioni della vita! Fra queste persone vi sono piloti unici, atleti. Uno di questi piloti e’ Umberto Troisi. La sua storia è quella di una persona normale che ha dovuto affrontare difficoltà molto più grandi della media e di questo handicap ha tratto la forza interiore per trasformare un limite in un nuovo riferimento ed opportunità. Superarsi significa diventare coraggiosi, positivi, determinati, esempi di vita per altri atleti e non solo. Lasciamo la parola ad Umberto.
D: COSA HA CAMBIATO LA TUA VITA? "Il 7 ottobre 2004 la mia vita è stata stravolta. A differenza di altri Diversamente Disabili, non ho avuto un incidente ma un tumore al femore. Ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri. Dopo 10 ore di intervento, purtroppo qualcosa non è andata: femorale occlusa e flusso sanguigno bloccato per più di 10 ore. Le conseguenze: sindrome compartimentale. Ero lontano da casa, ho subito vari interventi e affrontato una riabilitazione durata più di 2 anni. La gamba non l’hanno tagliata ma ho perso la sua funzionalità dal ginocchio in giù. Il periodo buio. Quando ti rialzi per la prima volta, lì capisci che tutto è cambiato, che fino a quel momento avevi solo fantasticato di poter tornare come prima ed invece ti scontri contro la dura realtà... tanto dura che il pensiero più frequente era quello di farla finita. Io ho passato più di un anno a letto, a pancia in su, senza neanche potermi girare su un fianco." D: COSA TI HA FATTO REAGIRE? "Non sò cosa mi abbia fatto reagire, ma un giorno mi sono svegliato così incazzato da volermi riprendere tutto quello che mi era stato tolto e da lì ho ripreso a lottare." D: E OGGI CHI SEI? Sicuramente non mi sarei mai augurato una cosa del genere, ma so che oggi sono quello che sono per quello che mi è successo, uno che non si guarda più indietro ed affronta la vita di petto. D: E poi sei uno dei Di.Di. (Piloti Diversamente Disabili)! "Essere un Di.Di. è un onore e fonte di orgoglio. Ho conosciuto dei veri super eroi... ho imparato tanto da loro, da chi ha problemi più gravi del mio. Persone che, come me, quando abbassano la visiera entrano in uno strano mondo. Solo un motociclista può capire! E non importa se tu puoi camminare o no, se hai braccia o gambe che non funzionano perché tanto in quelle tute e su quelle selle siamo tutti uguali." D: Cosa pensi al mattino quando ti guardi allo specchio? "Che sono fortunato che ho una famiglia stupenda e che tutte le cose, belle o brutte, succedono per un motivo. Sta a noi trasformarle in un insegnamento di vita." D: E quando sali in moto? "Non penso a niente, il bello è proprio questo! Non saprei descrivere a parole cosa mi dà la moto, so solo che senza di lei non sarebbe la stessa cosa." D: Vuoi mandare un messaggio a qualcuno? "A chi in questo momento sta attraversando un periodo buio: Non smettete mai di lottare! C’è sempre un motivo per combattere: i vostri cari, amici, amori... ma soprattutto voi stessi! Avere un problema, una menomazione, non vuol dire essere finiti. Anzi, potete diventare un esempio per molti altri! Lottate, lottate e lottate: si cade per imparare a rialzarsi. NEVER GIVE UP!"
Umberto è da anni nel mondo Ducati e del Club ufficiale, da Ducati Sardinia DOC a ISTEDDA Sardinia DOC. Anche se ha una disabilità vince anche con i piloti che non hanno disabilità, vince per volontà e dedizione a ciò che ama ed anche se non vincesse la sua gratificazione la porterebbe sempre e comunque a casa con una esperienza unica! Una persona umile e gentile che si pone verso tutti coloro che praticano questo sport in modo propositivo. E’ veloce, attento, tenace, collaborativo, un amico. Gli amici si aiutano e condividono esperienze e questa è una di quelle che meritano di essere raccontate. Per ottenere questo risultato serve un lavoro fatto da più elementi compresi quelli tecnici che presto affronteremo e metteremo a disposizione di tutti in questo sito.